Nella seconda raccolta (Piccole meraviglie del viaggio) il tono si attenua, diventa descrizione domestica e affettuosa del più vario apparire del mondo: scorrono immagini di città e paesi, spettacoli del vento e del mare, combattimenti di nebbia e di sole, sorprese della notte regale e, insieme, avanza, ancora grondante emozione, il ricordo di chi si è conosciuto. Perché il 'viaggio' di cui si tratta non è soltanto quello che può farsi per le vie del mondo, ma anche quello che si azzarda, immutabile eppure sempre nuovo, per le vie della memoria.
Le due sillogi condividono tuttavia lo stesso sforzo di chi scrive - in questo caso una donna - di usare la lingua nel modo più semplice, avendo come progetto consapevole un tentare di 'dire grande' 'parlando piccolo': una specie di 'sublime' capovolto consono alla poesia femminile ed alla sua verità.